Post revisionato il 28.06.21
Volendo visitare Palma di Maiorca, in un poco più che veloce week-end prolungato (quattro-cinque gorni al massimo), l’idea di concetto è molto attraente se effettuata nel pieno del ben noto periodo-tintarella dove le spiagge sono le regine incontrastate delll’isola.
Un sex-appeal meno invadente, dal sentore vagamente bromurico, pervade la corteccia cerebrale impedendo il rilascio delle endorfine e il concedersi un egual periodo sempre a Palma di Maiorca ma, questa volta, fuori stagione.
Eppure, benché sia nota soprattutto per la movida estiva, i motivi per concedersi una rilassante pausa fuori stagione a Palma di Maiorca non mancano, rendendo il break più piacevole di quanto immaginato. Scopriamoli assieme.
Tonino Guerra, il profumo della vita e gli alter-ego
Possono resistere a tutto, forse anche ad insaputa del celebre aforisma di Oscar Wilde ma, quando si tocca l’argomento viaggi, ogni reticenza è all’istante accantonata. Più forte di loro, più forte di tutto, di tutti.
Anche di un bambino lasciato in solitudine nella sua cameretta con davanti ai suoi occhi sgranati un barattolo di Nutella.
Dovendo scommettere, anche un solo euro, sulla probabilità che un evento non si verifichi…ad occhi chiusi... sul bambino che non ficchi le mani nel barattolo.
Primo: vinceresti di più. Molto di più. Già di per sé è motivazione più che valida per osare il non osabile.
Secondo: in confronto all’alternativa della serie di domande poste da parenti ed amici, almeno parlando dei nostri, le probabilità di vittoria aumenterebbero (ulteriormente) in maniera esponenziale.
Puntare su evento simile equivarebbe al giocatore di poker quando, preso dalla disperazione e non avendo più nulla da perdere se non l’onorabilità. gioca l’all-in. Insomma, ed in soldoni… come rivedere l’Inter vincere il triplete. I miracoli capitano una sola volta nella vita.
Cambiare strategia, ahinoi, pensavamo ci mettesse al riparo dal fuoco di domande. Le solite. Pensavamo.
Niente più avvisi per tempo sulla destinazione. Da ora in avanti, finchè abbiamo la forza di viaggiare, avvisi last-minute, sulla porta di casa. Chiavi dell’auto in una mano, trolley nell’altra. Avvisi veloci come un cambio gomme durante un pit-stop:
stiamopartendotorniamotraunasettimanaquandoarriviamomandiamomessaggio.
Nulla da fare: il risultato non cambia. Il braccetto va in automatico. Si alza, si sposta leggermente, va a posizionarsi all’altezza della prima traccia del vinile, si abbassa.
La puntina inizia ad incidere il primo solco e inizia la musica: quando partite, dove andate, avete prenotato il volo, avete prenotato l’albergo, quando tornate, quanto avete speso, bla bla bla bla…. Attenzione che non vi capiti qualcosa.
Dal manuale di pubblicità comparativa o, se preferite, dagli appunti di matematica base: Tonino Guerra sta all’ottimismo come familiari ed amici stanno al perfetto rovescio dell’alter-ego. Lo iettatore.
Si trovasse a passare per caso nei dintorni un gatto nero lo vedreste ancora intento a grattugiarsi i gioielli di famiglia.
Tutte le disgrazie possibili, e impossibili, sembra non stiano aspettando altro che la nostra partenza. Della serie…va bene che la fortuna è cieca ma la sfiga ci vede benissimo, ma il troppo stroppia.
Il domandone finale: cosa fare a Palma
Non potendo esistere il due senza il tre, siamo all’ apoteosi; il “superdomandone” incubo di ogni viaggiatore al quale, allorchè posto con pressapochismo ed intriso di luoghi comuni, eviterebbe fornir volentieri risposta: cosa andate a vedere?
Quando la destinazione volge ad est viene ancor più enfatizzata senza referenziale timore assestando il fatidico colpo di grazia: “andate a vedere un pò di povertà?
Qualora siate risuciti a resistere alla lettura sin qui… nei secoli, grazie per il vostro spirito di sopportazione.
Forse state iniziando a chiedervi anche voi perchè (modo alternativo con connotazione mista tra l’ interesse e la curiosità di porre l’ugual precedente domanda) valga la pena scegliere Palma di Maiorca come meta di una short-holiday fuori stagione risultando, al contrario, tra le destinazioni più gettonate a cavallo del periodo delle classiche vacanze estive.
In verità, in verità… nemmeno noi eravamo ben consapevoli delle motivazioni alla base della scelta come destinazione fuori stagione.
Per meglio dire… una pausa di relax, un piccolo abbraccio di un tiepido sole (ma non troppo) che non guasta mai, qualche luogo che susciti l’interesse di visitarlo senza per questo mettere a dura prova le nostre precarie condifisiche (due rottami dallo sfascia carrozze sono messi meglio) e soprattutto…
… soprattutto, la possibilità di godersi il tutto evitando la massa di visitatori calcante, opprimente ed affollante, (più o meno) qualsiasi destinazione da turismo mordi e fuggi nel pieno della stagione estiva.
Qualche informazione, a destra e manca, reperita in rete come di consuetudine, (per le nostre intime richieste era già molto), quando in nostro “aiuto” (???) è accorso Antonio, uno dei receptionist del Nautic Hotel (prenotato tramite Booking) illustrandoci con dovizia di particolari altri luoghi, nei dintorni di Palma, meritevoli di una visita.
Cosa fare a Palma: per gli amanti dello sport
Mentre state percorrendo comodamente a bordo della vostra auto il continuo saliscendi delle strade isolane per raggiungere i dintorni di Palma di Maiorca, risulta facilssimo imbattersi in nutrite schiere di ciclisti imbardati a puntino impegnati in sella a fiammanti bici da corsa.
Lo stupore, se siete a Palma per la prima volta, vi porterà a pensare di trovarvi per errore nel bel mezzo dello svolgimento di una tappa della Vuelta.
Risvegliatevi dal sogno, o tornate con i piedi sulla terra dopo aver visto realizzarsi il vostro desiderio inconfessabile di avere un vis-a-vis con i vosti idoli delle due ruote.
Non che non sia possibile; è più facile, però, vi stiate imbattendo in compagini (più o meno) amatoriali durante la fase di rifinitura in vista dell’approssimarsi della stagione agonistica approfittando della favorevoli condizioni climatiche che offre l’isola.
C’è chi lo sport lo pratica per passione, chi per professione chi, invece, si confessa diversamente atleta, Spaparanzato sul divano di casa, seduto sulle comode poltroncine riscaldate di uno stadio o in una seduta interminabile di gaming il diversamente atleta alzerà al cielo la Fifa World Cup. Della Play Station.
Qualora anche questa attività sportiva dovesse risultare off-limit per le vostre ridotte capacità atletiche non rimane altro che prendere posto al Club Maritimo San Antonio de la Playa per assistere al Trofeo “Princesa Sofia” nella baia di Palma, competizione di apertura della stagione velica giunta ormai (e superata) la 50° edizione..
Cosa fare a Palma: per gli amanti dello shopping
Solo un motivo, c’è solo un motivo, sooolooo un moooootivo….scusate…riprendo un decoroso contegno affidandomi al mio anglosassone self-control. Avendo appena parlato di sport mi ero calato nei panni dell’altra parte del diversamente atleta: il tifoso. Intonando cori da stadio curva ultras.
Lo stesso, identico coro che, pur non avendo mai frequentato la curva e completamente a digiuno di sport, potrebbe essere intonato a squarcia gola dalla vostra amata (e dolce metà) accogliendovi nel comfort del focolare domestico al rientro da una dura e faticosa giornata di lavoro.
Nell’intento di convincervi a salire sul primo volo: destinazione Palma di Maiorca.
Uomini, non cadete in tentazione davanti la prospettiva di concedervi l’opportunità di recarsi nei luoghi che hanno visto muovere i primi passi sulla terra rossa del vostro idolo tennistico, una delle leggende sportive: Rafael “Rafa” Nadal.
Nemmeno se vi offrisse la possibilità di prendere due piccioni in un colpo solo data dal poter visitare il museo a lui, e da lui, dedicato e voluto.
Fermatevi a riflettete attentamente. Vi hanno detto che esiste solo un motivo e ve ne offrono due. Il quadrato non si è chiuso perfettamente attorno al cerchio, anche se all’apparenza potrebbe sembrare. Un piccolo particolare fa la differenza. Per vedere entrambe le proposte offerte in nome del loro sacrificio bisogna raggiungere Manacor, seconda città dell’isola.
Esclusi i fans di Nadal, a molti il nome di questa cittadina può risultare alquanto sconoscìuta nonostante la fama attuale ha iniziato a vedere la luce sul finire del 1800.
Fu allora che un tale Eduardo Hugo Heusch, tedesco proveniente da Parigi stabilitosi a Barcellona, trapiantò nell’isola il metodo di lavorazione da lui ideato per la produzione di perle “artificiali”, dando vita all’azienda che ora prende il nome di “Perlas Majorica”.
Dall’aspetto molto simile a quelle naturali, le perle di Maiorca si differenziano soprattutto per il prezzo molto contenuto.
I materiali ed il processo di lavorazione di queste perle è custodito dentro il segreto che gli artigiani del posto si tramandano di generazione in generazione.
Per quel poco che è dato da sapere vengono utilizzati bastoncini di opale, materiale modellabile, a cui segue immersione in liquido speciale, rivestimento con una particolare pasta adesiva frutto del mix di olio e squame di pesce e, infine, irradiato con una soluzione ultravioletta.
Nonostante una visita allo stabilimento con annesso outlet (situato all’ingresso della cittadina di Manacor) o, comunque, l’opinione diffusa riguardo le perle di Maiorca lo ritenga un affaire puramente turistico (e forse realmente lo è) vale la pena perderci un oretta per poi visitare il centro del grazioso paesino.
Anche non uscendo al termine della visita con qualche cadeau, “gentilmente” non donato alle dame dai gentili signori accompagnatori.
Cosa fare a Palma: visitare la città tra storia, arte e cultura
Oltre le spiagge c’è di più. Notti magiche, non inseguendo un gol, animate dalla movida maiorchina o file di yacht extra lusso ormeggiati al porto rappresentano la parte più conosciuta di Palma di Maiorca; il colpo d’occhio d’impatto sul visitatore non appena sbarcato sull’isola.
La sua storia millenaria ha attraversato millenni e, in materia di dominazioni non si è fatta mancare nulla. Dalle civiltà romane alle arabe, passando per le invasioni dei pirati berberi.
A futura memoria, segni tangibili del loro passaggio e bellezze architettoniche lasciate in eredità, cui vale la pena dedicare almeno una giornata lontano dal caos delle spiagge maiorchine.
Visitare Palma di Maiorca: itinerario a piedi
Non esiste modo migliore al mondo per scoprire cosa una città sia in grado di regalarti che girarla a piedi, senza troppa programmazione, seguendo l’istinto o lasciandosi trasportare da un vicolo che, ad intuito, pensi possa regalarti un emozione (non) da poco.
Camminare per le strade di Palma ti porta a pensare di avere sbagliato città e di trovarti a passeggiare lungo le vie di Barcellona, Madrid o, perchè no, Siviglia.
Nonostante la toponomastica possa ingannare, ed un aspetto gradevole renda comunque piacevole perdersi tra le vie di Palma di Maiorca,.il confronto estetico con le “sorelle” maggiori non regge a lungo.
Plaza Major, la Rambla e Plaza d’Espana rappresentano comunque tappe “obbligate” di un itinerario a piedi con partenza ed arrivo dalla Cattedrale, monumento principale della città di Palma di Maiorca.
Organizzando la giornata in maniera ottimale per trovarsi pronti a visitare l’adiacente Palazzo dell’Almudaina nel pomeriggio, si prosegue l’itinerario percorrendolo in senso antiorario per giungere ai Bagni Arabi (Banys Arabs), tipico esempio – e tra i pochi ancora esistenti a Palma – di architettura moresca.
Palma come Madrid, anche se il paragone sembra (e lo è) improponibile. Eccezion fatta considerando che ci troviamo a Plaza Mayor dove possiamo godere dell’ambiente signorile circondato da porticati dove poter godere della pausa aperitivo al tavolino dei numerosi bar e locali disseminati lungo il perimetro o assistere a spettacoli di street artist nel periodo estivo.
Ristorato il corpo proseguiamo il nostro itinerario verso nord raggiungendo il mercato alimentare coperto dell’Olivar a due passi da Plaza d’Espana, punto di incontro del popolo maiorchino nonchè nodo di scambio del trasporto per chi si muove con i mezzi pubblici.
A pochi passi, per una gita fuori porta, si può prendere il treno della Ferrocarril che ci condurrà a bordo di treno d’epoca al piccolo villaggio di Soller, attraversando tratti (quasi) sospesi nel vuoto e distese di campi coltivati a limoni.
Se prima Palma poteva essere paragonata a Madrid, ora lo può essere a Barcellona. Lasciamo la Ferocarril de Soller imboccando la Rambla; nulla a vedere con la più famosa omonima ma che comunque permette di godere del riparo alberato nella giornte di calura gettando uno sguardo sull’architettura cittadina.
Architettura che trova il suo massimo splendore nella zona cosidetta degli Edifici Casayas, esempio del modernismo catalano, corrente artistica caratterizzata da linee e forme sinuose associate ad ornamenti dalle tematiche floreali. Un occhio attento noterà la similitudine con alcuni edifici presenti a Barcellona.
Nonostante il richiamo a Gaudì sia forte, la mano dell'”architetto di Dio” a Palma ha solamente influenzato il pensiero stilistico di Francesc Roca i Simo, architetto maiorchino venuto a contatto con il maestro durante il periodo si studio a Barcellona.
Visitare Palma di Maiorca: la Cattedrale di Santa Maria
Un tempo, non molto lontano, la sua silhouette si stagliava riflettendosi nelle acque cristalline del mare. Oggi, per lasciare spazio alle infrastrutture necessarie ad affrontare il flusso turistico sempre più incessante, si riflette nello specchio d’acqua artificiale costruito appositamente per “ricreare” uguale effetto scenico.
Comunque sia, la maestosa figura e gli armonici lineamenti della Cattedrale (dedicata alla Vergine dal vescovo che accompagnava il Re Jaume I nel 1229) accoglie, dando il benveuto, a coloro i quali si apprestano ad addentrarsi nel centro storico.
Edificata sui resti della precedente moschea, negli anni è stata oggetto di importanti trasformazioni a seguito dei lavori di restauro e ristrutturazione, il cui contributo ha visto l’interessamento da parte anche di importanti artisti ed architetti.
Il risultato finale, frutto di un accurato mashup architettonico, rendono la Cattedrale di Santa Maria una delle cattedrali esistenti tra le più belle d’Europa.
Chiamata dai maiorchini “la Seu” (nome dato dagli aragonesi alle cattedrali del regno), è nota anche come “Cattedrale della Luce”, elemento che unisce i tratti caratteristici degli edifici gotici.
Grazie alle sue 61 vetrate e ai 5 rosoni (di cui il maggiore rappresenta la “Stella del mattino”, simbolo del Cristo risorto), la visita alla Cattedrale diventa un esperienza estetica potendo osservare i giochi di colore, luci ed ombre che avvolgono le tre navate.
Su richiesta del vescovo Pere Joan Campins, l’architetto Gaudì realizzò i lavori per rendere accessibili ai fedeli le tre navate. Dal 1904 al 1914 rimosse due pale d’altare che coprivano la cattedrale episcopale e, con l’aiuto di Josep Maria Juloi la decorò su due lati con ceramiche.
Spostando l’altare maggiore al centro dell’abside con i seggi del coro di contorno, venne “liberata” la navata centrale che, prima ddei lavori, era occupata dal coro.
Guardando l’altare maggiore, sulla navata sinistra, è possibile visitare lo spazio dedicato “all’architetto di Dio” (Gaudì) con esposizione delle riproduzioni in scala dei risultato dei lavori nelle varie fasi di work in progress, nonchè dell’opera “Scala dell’Eucarestia”.
Opera dell’artista Miguel Barcelò è il rinnovamento della Cappella del Santissimo Sacramento dove, nel tabernacolo, è custodita l’Eucarestia.
Sulle pareti, il dipinto dell’artista rimanda all’iconografia classica eucaristica, con il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci, nonchè alla palma come metafora della protezione offerta da Gesù a chi naviga nella vita, qui rappresentata dal mare.
Dal palazzo dell’Almoina, edificio storico dove un tempo venivano distribuite le elemosine ai bisognosi ed ai malati, si accede sia alla Cattedrale sia al Museo Capitolare, compreso nel biglietto d’ingresso unico.
Attraversando le tre sale in cui è suddiviso il museo (ex sagrestia del Vermells, Sala gotica e Sala barocca) si possono ammirare pezzi d’arte pregiati come la Custodia Mayor, ostensorio di 120 kg che a tutt’oggi viene esposto in parata durante la processione del Corpus Domini.
Il reliquiario della Vera Cruz, contenenti tre spine presumibilmente appartenute alla corona di spine, i due monumentali candelabri barocchi con sette filari oltre a numerosi dipinti (tra cui spicca la pala dedicata a San Sebastiano, patrono di Palma) risultano essere tra i pezzi più pregiati.
Cattedrale: info utili
Visitare Palma di Maiorca: il Palazzo Reale dell’Almudaina
Situato lateralmente ad uno dei portali di ingresso alla Cattedrale si trova il palazzo dell’Almudaina (cittadella). Sorto sui resti di quella che, durante il periodo di dominazione araba, fungeva da fortezza , oggi viene usato dai reali spagnoli come edificio di rappresentanza durante le cerimonie e i ricevimenti ufficiali estivi.
Una rampa di scale conduce, appena dopo l’ingresso, alla parte inferiore della Sala Grande, o Tinell (ora divisa su due piani dopo i lavori di ricostruzione a seguito del crollo avvenuto nel 1578).
Val bene una prima sosta nella stanza denominata “Sala del Consiglio” (Salò de Consells) la più ampia delle tre, frutto di un ulteriore suddivisione, decorata ed abbellita da enormi arazzi. La sua denominazione venne coniata dopo lo svolgimento, proprio in quei locali, di un consiglio dei ministri presieduto dal Re Juan Carlos in persona.
Godere della vista panoramica dalla terrazza del “Palazzo del Re” (una delle due ali di cui è composta l’intera struttura e l’unica visitabile) vale da solo il biglietto di ingresso, gratuito se si organizza la visita nelle giornate di mercoledì o giovedì.
A memoria del passato, sullo stesso piano sono visibili i resti della massima rappresentazione del culto della civiltà araba: i bagni, con la ripartizione classica di frigidarium, tiepidarium e caldarium.
Attraverso la scala Reale si sale al piano superiore accedendo si accede a quelle che furono le stanze più “intime” durante il regno dei sovrani di Aragona arredate, a loro volta, con arazzi di provenienza fiamminga (a differenza degli altri rappresentano scene della battaglia di Lepanto), mobilio ed oggetti del 17°, 18° e 19° secolo.
Sul piano è possibile visitare la vecchia sala da pranzo del Re, dove i regnanti consumavano le cene private o conferivano con i consulenti, facedno arrivare il cibo proveniente dalla cucina attraverso una scala a chiocciola.
Gli invitati a corte potevano usufruire del gaurdaroba godendo della vista di un affresco risalente all’occupazione cristiana dove figure umane e animali si confondono tra loro.
Oggi come allora durante i ricevimenti ufficiali i gentili ospiti vengono accolti nella “sala del trono”
Scendendo si giunge a Piazza delle Armi, alias “cortile del Re”; dal lato sinistro si può accedere alla cappella di Sant’Anna mentre da centro piazza è possibile ammirare nei dettagli alcuni elementi della cattedrale, compreso il mastodontico rosone.
Palazzo Almudaina: info utili
Visitare Palma di Maiorca: il castello di Bellver
Avete da poco visitato i castelli della Baviera assaporandone l’atmosfera da fiaba, finta quanto il mondo nel quale il principe Ludwig II aveva deciso di vivere il suo buen ritiro?
Visitando il castello di Bellver (pochi chilometri al di fuori del centro storico di Palma) per quanto in fatto a stravaganza, almeno nella forma, non difetta saranno, comunque, lontani ricordi
Situato, come da tradizione, sulla sommità di un altura domina la vista sulla città colpendo il visitatore per la forma circolare e le quattro torri situate in posizione coincidente con i punti cardinali, delle quali la principale (torre major o dell’omaggio), staccata dal corpo centrale.
Dopo avere svolto egregiamente la funzione di residenza reale, nei primi anni del ‘700 la sua destinazione d’uso viene trasformata in prigione per “silenziare” i dissidenti politici e militari anche, e soprattutto, nel corso della guerra civile spagnola dal 1936 al 1939 al termine della quale avrà inizio il periodo franchista.
La torre maggiore, oltre a rappresentare l’estremo baluardo di difesa in caso di attacco nemico, veniva usata per la cerimonia del giuramento di fedeltà del castigliano al Re (in qualità di massimo responsabile).
La testimonianza delle carcerazioni effettuate nel corso dei secoli si riscontra nei graffitti incisi sulle pareti. Graffiti recenti e di fattura “moderna” a testimonianza, invece, che essendo la stupidità gratuita vi è sempre qulacuno che se ne approfitta.
Al piano terra il castello ospita il Museo di Storia della Città dove è possibile ripercorrere le tappe che hanno portato Palma ad avere l’attuale connotazione.
Castello di Bellver: info utili
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Certo non siamo la Lonely Planet ma le informazioni trovate ti sono tornate utili.
Nemmeno pensiamo di essere il Piero Angela dei viaggi; comunque hai trovato interessante l’articolo
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Non faremo di te un nuovo Cappuccetto Rosso, puoi tranquillamente lasciare traccia del tuo passaggio.
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