Da Catania a Taormina: laddove Sua Maesta l’Etna (a Muntagna) ha scolpito un paesaggio dalle forme contorte e scogliere che affiorano nel blu intenso del mare si snoda l’itinerario della “Riviera dei Ciclopi”
Un itinerario imperdibile, costellato di miti e leggende in un alternato profilo di rocce scagliate da Polifemo e borghi marinari di pescatori.
Leggi l’articolo, una mini guida ideale per organizzare al meglio un week end estivo in una delle zone più apprezzate della Sicilia.
Perché viaggiare lungo la Riviera dei Ciclopi
State organizzando un viaggio itinerante in Sicilia e siete ancora indecisi riguardo l’itinerario da programmare?
Se sei arrivato fin qui forse hai già letto il post Sicilia Orientale on the road – cosa vedere in 14 giorni; più probabilmente sei alla ricerca delle informazioni per non perderti quanto di meglio possa offrirti la “Riviera dei Ciclopi”, conducendo il viaggiatore da Catania a Taormina perdendosi nel blu dipinto di blu.
Percorrere la “Riviera dei Ciclopi” si trasforma in un viaggio sospeso tra rievocazioni di antichi miti ed inesauribili leggende, nella contaminazione del fascino appartenuto a piccoli borghi di tradizione marinara.
Fonte di ispirazione di poeti e scrittori, amata come set cinematografico dai più celebri registi, grazie alla naturale bellezza regalata dagli incantevoli e romantici scenari, diventata custode silenziosa di antiche tradizioni popolari rinnovate ogni anno sin dalla notte dei tempi.
Non importa con quale mezzo arriviate fino a Taormina, capolinea del nostro itinerario, (qui il post su come raggiungerla); essere accompagnati da un abitante del posto, o meglio da una guida turistica dell’Associazione Regionale Guide Sicilia (ARGS), vi permetterà di apprezzarne al meglio i caratteri salienti,
Tra curiosità e aneddoti.
Angela Inferrera
Guida di ARGSSi scrive ARGS si legge Angela, factotum e anima in perenne movimento dell’associazione.
Guida per vocazione ha sentito forte la chiamata sin da quando ha intrapreso gli studi linguistici per il fascino che trasmetteva poter comunicare con il mondo.
Nella sua mission partire non vuol dire soltanto viaggiare ma aiutare la gente a godere del viaggio eleggendo a luogo del cuore l’aeroporto di Catania da dove può ammirare ‘a Muntagna ed il mare; non quello, però, che si raggiunge attraversando la Timpa.
La sua Sicilia è racchiusa dentro il frutto del limone, mentre la sua Catania la vede protagonista nel film “I vicere”.
Poco avezza ai social ritiene che le nuove tecnologie comunque accendono la voglia di partire, perché no, verso la sua Sicilia meta tanto esotica quanto culturale, ma ancora poco destagionalizzata, senza timore di raccontare anche i mali che la affliggono.
Uscendo da Catania verso la Riviera dei Ciclopi
A condurci verso Taormina, capolinea dell’itinerario che si snoda lungo la Riviera dei Ciclopi, attraverso i suoi racconti questa volta è Angela in un percorso dal sapore antico,.
Di quelli che ti fanno riaffiorare alla mente i ricordi dei primi lunghi viaggi di bambino; ascoltando le storie dei tuoi raccontate mentre la striscia grigia d’asfalto scorre veloce sotto di te.
Storie diverse quelle narrate, sospese tra il mito di Eliodoro e la leggenda di Proserpina, tra la storia di Catania e la chiave di lettura ancestrale della meteorologia siciliana.
“Il fumo c’é sempre…
noi ci preoccupiamo quando manca,
vuol dire che sta covando”
In un eterno morbido timore-rispetto reverenziale verso ‘A Muntagna, come amichevolmente viene chiamato dai catanesi Sua Maestà l’Etna, racchiuso nelle parole di Angela attraversando Ognina, ultimo borgo-quartiere prima di uscire da Catania prima di entrare nel vivo della Riviera dei Ciclopi.
Lungo la Riviera: Ognina e la festa della “Madonnina”
La dove ieri c’era un fiume oggi non è rimasto niente, eccezion fatta di piccole polle affioranti in superficie lungo il litorale.
La millenaria tradizione marinara la si intuisce già dalla derivazione toponomastica del piccolo borgo: Lognina, per indicare l’attracco delle navi su pietre forate nei porti attrezzati.
O per il tempio dorico eretto in onore della dea Athena Longatis, prima leggendaria nave scuola inviata sulla terra dall’Olimpo per preparare gli uomini ad affrontare il mare.
L’attività della pesca ad Ognina vedeva nel tempo impiegati tutti gli abitanti del paesino; molti potevi incontrarli al mercato del pesce tra i banchi.
Qualcuno sull’uscio di casa intento a vendere le cozze “insacchettate” nelle reticelle; ai giorni nostri si son dovuti riciclare sotto le vesti di piccoli ristorantini dove poter mangiare ottimo pesce guardando il tramonto sul lungo mare.
Prima di assistere, nei giorni precedenti l’8 settembre, alla processione via mare della “Madonnina”, issata sopra imbarcazione illuminata a giorno da lanterne venendo scortata dal corteo barcarolo; dicventando l seconda festa religiosa più seguita in Sicilia..
Naturalmente dopo la celebrazione per i festeggiamenti dedicati alla patrona catanese: Sant’Agata.
Aci Castello
Entriamo ad Aci Castello, pochi chilometri da Catania, nel vivo della contaminazione tra la storia vulcanica del territorio ed il mito ancora tangibile dei Ciclopi.
Nel nome di Polifemo, lo sguardo si perde dai balconi delle seconde case dei catanesi verso l’infinito dove la rupe lavica si tuffa nel mare sormontata dall’antico castello normanno, dando il nome alla cittadina.
Sullo sfondo, in lontananza, si stagliano le sagome degli speroni affioranti dal blu intenso del mare, ricordo mitologico del tentato omicidio perpetrato ai danni di Ulisse per mano di Polifemo.
La meravigliosa forza della natura andava modellando il tratto di costa lasciando gli antichi greci sbigottiti non trovando valida spiegazione se non ricorrendo a quanto di più familiare avessero: le gesta eroiche dei personaggi mitologici.
Aci Trezza e i faraglioni di Polifemo
“Quando siamo in città
è come se stessimo camminando
sopra l’Etna”
Tutto parla di Etna; tanto quasi da odiarlo (il catanese doc non lo farebbe mai) quanto riuscire ancora a stupire davanti lo spettacolo che sa regalare, ogni volta diverso, Sua Maestà “A Muntagna”.
La cenere che avvolge, come d’inverno il caligo le campagne della pianura padana, le strade di Catania e dintorni; quella che si posa sul tetto della macchina appena lavata o sulla biancheria stesa ad asciugare.
La lava, estendosi dalla costa fino alla sommità del cratere più elevato da non consentire di attribuire con precisione, nei secoli fedele, l’altitudine dell’Etna.
Mettendo all’angolo le “ricostruzioni” mitologche greche, la stessa che ha permesso la formazione del tratto più spettacolare della Riviera dei Ciclopi, racconta Angela introducendo il prossimo paesino: Aci Trezza.
L’occhio di Sant’Antonio e San Giovanni, patroni del paesino vigila attento sui suoi abitanti e la folla di giovani turisti che accorrono all’apertura dei battenti nel locale mercato del pesce sin dalle prime luci dell’alba per lasciarsi alle spalle gloriosamente la frizzante giornata estiva appena trascorsa.
Giornata iniziata con il caloroso e radiante abbraccio di Elio, divinità greca venerata associata al sole, tra un tuffo dagli scogli di “u picciriddu” e uno da “Zu’ Ianu” (di terra e di fora) alcuni degli affettuosi modi di chiamare i faraglioni che si ergono di fronte al lungo mare tra le cristalline acque.
Trascorsa poi visitando la “Casa del Nespolo”, piccolo museo dedicato alla tradizionale abitazione di pescatori trezzesi magistralmente descritti dalla penna di Giovanni Verga nel suo romanzo più celebre “I Malavoglia”, e fonte di ispirazione di Luchino Visconti per la riprese de “La terra trema”.
Acireale: il carnevale, i limoni e….
A dispetto della tradizione consolidata in città come Cento, Viareggio, Putignano, Asti ed di altre città, Acireale ospita una edizione del carnevale tra i più rinomati non solo in terra sicula.
Chiosa Angela, la nostra guida nonché eccezionale conoscitrice di storie e leggende del territorio, introducendo la prossima tappa dell’itinerario che ci porta da Catania a Taormina attraverso la Riviera dei Ciclopi,
Non solo; continua imperterrita in un formidabile mix tra la rassegnazione ad affrontare una viabilità (ed un modo fi guidare) a metà strada tra l’agitato catanese ed il disordinato napoletano.
Acireale assieme ad altre località, rientra anche in un altro itinerario turistico: la “Riviera dei limoni”, zona di coltivazione delle varietà più apprezzate in tavola come per la produzione di liquori e granite.
Ogni scarafone è bello a mamma sua, ma qui il “granitico” scarafaggio è assai più bello; anzi più buono. Tanto che Acireale ne rivendica la partenità dell’invenzione già dai tempi dell’occupazione araba.
Invenzione evolutasi nel tempo da non poter mancare in qualsiasi momento della giornata, tanto agli abitanti locali quanto ai visitatori di passaggio ad Acireale, quando il duro lavoro dell’uomo della neve (nivarolo) era diventata una professione.
Ai nivaroli e al loro prodotto finale, adattato a palati sempre più ricercati, viene dedicato dal 2012 viene dedicato il festival della “Nivarata”.
… la mala gestione
Angela lasciati gli ormeggi naviga a vista lasciandosi andare liberamente, come la lava incandescente che scorre lungo i versanti dell’Etna.
Le sue parole assumono forza ed intensità, la stessa percepibile durante una delle eruzioni capitate nel corso dei secoli, quando senza remore racconta del patrimonio culturale siciliano e l’atavico cancro della mala gestione.
Non solo limoni e carnevale avevano reso famosa Acireale, con Sciacca, ritenuta il centro termale più importante della Sicilia.
Dopo aver assicurato conforto e riposo a ospiti illustri (tra cui il compositore Richard Wagner), ed essere stato il fiore all’occhiello della sanità siciliana, giace nell’oblio in attesa, come Biancaneve, di essere risvegliata dal Principe Azzurro.
Closed, tutto chiuso dopo aver gettato al vento la colata inesauribile di denaro pubblico.
Usato per rilevare l’ex pastificio ed adibirlo ad albergo collegato alle terme, pagandolo praticamente due volte, ora avvolto dalla fitta vegetazione come Stallone nelle foreste vietnamite. durante le riprese di “Rambo”
Acireale in cinque tappe imperdibili
“…e allora giù quasi per caso
più vicino ai marciapiedi
dove è vero quel che vedi
e allora giù senza bussare”
Taormina, la perla dello Jonio
Amata da poeti e scrittori, meta indiscussa dei viaggiatori del Grand Tour, Taormina, capolinea dell’itinerario lungo la “Riviera dei Ciclopi” è la regina indiscussa del turismo in Sicilia.
Impossibile non rimanere affascinati dal panorama mozzafiato che si può godere dalla vetta della scogliera sulla quale è arroccata tuffando lo sguardo nelle cristalline acque color turchese.
Dalle tinte color pastello passeggiando tra i vicoli della città mescolati tra chi è alla ricerca della vacanza perfetta e vip in passerella lungo l’immaginario red carpet di Corso Umberto I.
Dedicate due giorni per visitarla in tranquillità senza farvi risucchiare dal vortice frenetico del cuore pulsante della movida serale.
Taormina può rivelarsi un ottimo punto di partenza per effettuare delle piacevoli escursioni nei dintorni o per una giornata di sole nell’incantevole Isola Bella.
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Nemmeno pensiamo di essere il Piero Angela dei viaggi; comunque hai trovato interessante l’articolo
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