Come usare la pietra refrattaria nel forno di casa

Articolo revisionato il 20.02.2021

Come utilizzare la pietra refrattaria nel forno di casa. Molti di voi ne avranno già sentito parlare, altri la avranno dimenticata in un angolo remoto della casa in attesa dell’occasione giusta per (ri)spolverarla.

Leggendo l’articolo scoprirete la facilità d’uso e i benefici che un corretto utilizzo possono portare in fase di cottura. Soprattutto se ad essere infornati saranno pane, pizza o lievitati in generale.

La pietra refrattaria e la sua “sepoltura”

La pietra, amichevolmente così chiamata, si trovava li, in un angolino del sottoscala. Al buio, quasi come fosse in castigo per aver commesso una delle solite marachelle. In realtà fu deposta in totale solitudine a godersi il “meritato” riposo dopo solo pochi utilizzi, a sua completa insaputa.

Molti la vogliono; e tanti la comprano. Ascoltando lodi sperticate provenire da ogni dove. Eppure, dopo qualche utilizzo, la pietra sembrava un corpo estraneo nella vita della cucina.

Troppo complicato usarla ma, soprattutto, sembrava non fossse in grado di esprimere al meglio le tanto attese potenzialità e, con sé, gli altrettanti (in)sperati successi derivanti dal suo utilizzo non arrivavano mai.

La pietra refrattaria e la sua rinascita

Decidessimo di scrivere un romanzo-biografia sui nostri errori in cucina quanto letto prima potreste trovarlo pari pari come incipit nel capitolo dedicato alla pietra refrattaria, comprata qualche anno prima carichi di entusiasmo.

Appena giunti a casa la voglia di impastare, creare, infornare era già alle stelle. Dalle stelle alle stalle il passo è breve… tropppo.

Le prime difficoltà (e dubbi) non tardarono ad arrivare. Uno prima di tutti gli altri, il classico dei classici; la presunzione di chi pensa sia sufficiente acquistare l’attrezzatura più performante per diventare un abile maestro,

Fortunatamente ai giorni nostri qualche click in rete e San Google da Cupertino viene in aiuto di ogni disperato alla ricerca di notizie e consigli su “Come fare per…”.

Fu così anche per noi, sebbene il materiale trovato fosse tecnico venne letto con sufficienza, dando per scontati alcuni passaggi. Altro errore da (cercare) non ripetere.

I risultati, di quando la pietra refrattaria servì per la messa in cottura di un paio di baguette. naturalmente li lasciamo alla vostra immaginazione (e alla nostra triste realtà di allora).

Il destino della refrattaria era già segnato. Costretta, suo malgrado, all’esilio forzato in un angolo buio del sottoscala ad espiare colpe non sue fino al momento in cui, scoperti alcuni trucchi e segreti, venne riportata come un reperto archeologico di incommensurabile valore, alla luce.

La pietra refrattaria (o ollare): perchè usarla

Conoscere i propri limiti è cosa buona e giusta e, spesso, fonte di salvezza. Non che ne vada della nostra vita (oddio, a ben guadare, in qualche occasione anche si).

Volendo mettersi al riparo dalla sindrome di “frustazione da insuccesso” si rende necessaria anche la conoscenza dei limiti insiti nelle attrezzature a disposizione.

Per quanto vi sforziate di fare il pane o la pizza in casa utilizzando il vostro forno elettrico, sperando in risultati simili a quelli della cottura in forno a legna, sarà come cercare di andare sulla luna in skateboard. Impossibile.

Eccezion fatta non ne possediate uno in versione portatile. A fronte di risultati come in pizzeria (o giù di la, poi dipende dalla vostra abilità nell’impasto) i vantaggi ottenuti vengono compensati dal difetto di avere un costo di acquisto relativamente alto.

Quelli mostrati sono alcuni esempi dell’offerta variegata nella quale è possibile imbattersi affrontando il mondo dei forni per pizza casalinghi; a far desistere l’appassionato dal probabile acquisto non è solamente il costo.

Per alimentare la nostra passione siamo disposti a (quasi) qualsiasi sacrificio; anche in termini finanziari. Attrezzature dalle linee ergonomiche e dal design invitante ed accattivante sono gioia anche per gli occhi ma fanno a pugni con lo spazio necessario per essere posizionati ed installati.

Nonostante alcuni modelli siano dotati di ruote per un trasporto più maneggevole, impossibile immaginarli a far mostra di sé nell’angolo della cucina o del salotto. Non fosse altro per la dispersione dei fumi di combustione.

Alla fine avete desistito; vi siete resi conto non potesse essere la soluzione migliore. Nonostante lo sforzo economico pronto ad essere messo in campo, pur di entrare in possesso della riproduzione in versione bignami del forno dove abitualmente degustate la vostra pizza del sabato sera (quando ancora si poteva).

Il tarlo oramai è entrato nella cabeza. Alla vostra pizza home-made cooking non siete più disposti a rinunciare per nessun motivo al mondo confortati che ci sia, ne siete straconvinti, la soluzione anche a questo problema: il fornetto elettrico.

pro

– Minore spazio di ingombro

– Possono raggiungere temperature oltre i 400°

– Sono già dotati di pietra refrattaria

– Facilità d’uso

contro

– Non tutti i mdelli permettono la rimozione dell pietra refrattaria

– Non tutti i modelli raggiungono temperature elevate

– I costi per quanto contenuti possono sembrare ancora alti

Di ragione, ne avevate da vendere. In commercio le soluzioni offerte dal mondo dei fornetti elettrici non mancano di certo.

Le vostre tasche non sono comunque pronte ad immolarsi nell’estremo sacrificio? Potete comunque raggiungere un buon compromesso, tra costo e risultato, ricorrendo all’utiizzo di pietre refrattarie o pietre laviche, meglio conosciute come pietre ollari.

Entrambe ottime, data la loro capacità di resistenza alle alte temperature, risultano essere un valido strumento per riuscire nell’impresa di distribuire il calore uniformemente sulla superficie. Oltre a mantenerlo per un tempo prolungato una volta allontanate dalla fonte di calore.

La pietra ollare, inoltre, è un materiale antiaderente per natura e grazie alla conformazione strtturale permette di non assorbire, cedendoli, gli odori mantenendo inalterati aromi e sapori dei cibi messi in cottura.

pro

– Acquisisce grandi quantità di calore

– Resiste a temperature elevate

– Distribuisce uniformemente il calore

– Non risente di eventuali sbalzi di temperatura (es. per apertura del forno)

Accelera il processo di cottura

contro

– Tempi di riscaldamento più lunghi

– Richiede attenzione nel maneggiarla anche dopo molto tempo dalla fine cottura

– Una manutenzione non corretta, per quanto semplice, ne può compromettere l’efficacia

Alcuni modelli hanno costi che possono comunque risultare non economici

La pietra refrattaria (o ollare): dove acquistarla

Nei negozi on-line ne trovate di dimensioni e, soprattutto, di prezzi diversi. Da qualche decina di euro sino ad arrivare a spenderne anche più di cento; per chi la considera meramente un “pezzo di pietra”, la spesa potrebbe comunque riisultare eccessiva.

Qualità con risparmio oppure risparmio senza qualità. Recandosi presso un negozio di materiali edili entrerete in possesso della vostra pietra refrattaria con pochi eurini facendovela tagliare su misura. Assicuratevi, facendovi dare garanzie dal rivenditore, che sia adatta per uso alimentare.

Attenzione

Una volta prese le misure della grata del forno, ricordatevi di tenere un paio di centimetri in meno

Per gli amanti del bricolage esiste anche l’alternativa del home self-made; unico inconveiente, e non da poco, non è garantita l’integrità nel lungo periodo. Forse, nemmeno, in quello breve.

La pietra refrattaria (o ollare): come usarla

La condizione ideale per provare a ricreare l’ambiente del vero forno a legna quando siamo alle prese con la cottura del pane, è di possedere due tavelle.

Così facendo così si riesce a delimitare la camera di cottura garantendo, grazie al calore accumulato, il più possibile una stabilità termica e, al contempo, una cottura sufficientemente uniforme nei diversi punti del forno.

Nessun problema se non le avete entrambe. Un buon risultato (naturalmente qualcosina si perde) si può ottenerlo utlizzandone anche una solamente

Sfornare una pizza da Oscar in questa modalità è un gioco da ragazzi. Dopo aver preso manualità… naturalmente.

Accendiamo la luce (non quella del forno, almeno per il momento) e proviamo a vederci più chiaro.

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