Affrontado l’argomento delle belghe dal punto di vista dello stile impossibile iniziarlo non nominando le trappiste e quelle d’abbazia , senza dubbio le più conosciute e rinomate. I termini spesso vengono confusi e usati come fossero uno unico (in realtà la trappista non è un vero e proprio stile) ma in realtà, seppur le differenze sono minime nella forma , sono fondamentali nella sostanza .
La trappista può definirsi tale quando viene prodotta all’interno del monastero sotto il controllo dei monaci mentre quelle d’abbazia , pur traendo origine da ricette monastiche , oggi vengono prodotte da birrifici industriali . Quando vedrete questo marchio (anche di colore differente) potete essere sicuri di trovarvi di fronte ad un autentica trappista (delle otto europee sei sono prodotte in Belgio ).
Generalmente le belghe hanno un medio-alto contenuto alcoolico , in particolare quelle di abbazia e le Ale , termine che usato in senso stretto identifica le birre prodotte con un processo ad alta fermentazione , in senso lato le birre aromatiche comprendenti vari sotto stili.
Meritano una menzione speciale le Doubel , spesso legate a quelle d’abbazia o alle trappiste , che si differenziano anche per il colore ambrato e le Tripel, che si differenziano dalle prime per una maggiore speziatura ed alcoolicità a fronte di un minor sentore di malto .
Continuiamo l’esplorazione nel mondo “dorato” con le “lambic ”, ovvero a fermentazione spontanea , cui spesso vengono aggiunte le ciliegie per un ulteriore fermentazione (Krieken) , o miscelate tra loro con l’aromatizzazione avvenuta mediante la macerazione della frutta (Gueuze) , o aggiungendo lo zucchero (Faro) .
Sono a basso contenuto alcoolico. Rimangono. a concludere la rassegna, le bianche e le cosiddette “saison” , quest’ultima con alcoolicità media e che si presta bene per l’invecchiamento .
Birraioli di tutto il mondo…se siete stati abituati a bere solo in locali italiani (esclusi quelli dedicati proprio alla birra)…dimenticatevi tutto ciò che avete visto e ritenuto fosse l’unico metodo per berla.
Precisiamo…non siamo intenditori birraioli. Ci piace, come ci piace scoprire un pò alla volta tutto ciò che ruota attorno al mondo della birra . Così, leggendo qua e la abbiamo capito quali sono gli aspetti per valutare una birra (che poi sono simili a quelli del vino ).
Quale occasione migliore per mettere sul campo tutta (non moltissima in verità) la teoria carpita? Armati di block notes e penna…pardon…tutti gli appunti presi sono ancora registrati sullo smartphone (cellulare sa già di antiquato) è stata redatta una recensione delle birre degustate che ora riversiamo in questo articolo.
Per una corretta recensione sono state bevute birre nuove di cui non si conosceva niente a parte il nome…forse, senza guardare le note riportate sull’etichetta o aver sbirciato su internet le schede tecniche . Gli appunti non sono stati modificati anche se, successivamente, queste sono state consultate per la verifica delle impressioni avute.
Se dai retta alle persone sciocche la massa comanda” (“Mob Rules” – Black Sabbath) ma l’unico folle a cui ho dato retta questa sera è stato quello sull’etichetta della birra. If you listen to Bruges fool, the beer rules.
Il suo nome deriva dal soprannome (zotten ) che i cittadini di Bruges si videro affibbiare da Massimiliano d’Austria , quando al suo ritorno dalla guerra venne festeggiato con una parata di festaioli e giullari.
Voto 7 = una bionda come non siamo abituati a berla dalle nostre parti.
All’olfatto aroma pungente quasi speziato , al palato prende posto un gusto più delicato anche se risalta comunque il sentore del malto, o dell’orzo o del frumento.
Voto 7+ = Con una marcia in più rispetto alla Zot.
Entriamo nelle vera tradizione birraia belga, ovvero quando la birra veniva prodotta dai monaci nei monasteri.
Una signora birra , dal colore giallo paglierino con schiuma abbondante e persistente. All’olfatto prevale un aroma fruttato con leggero sentore di orzo.
Nonostante la gradazione al palato, rimane un aroma fruttato con buona impastatatura dovuta alla schiuma.
Voto 8 = paradiso di odori e aromi. Non ci si stancherebbe mai di berla…ed il bicchiere risalta alla perfezione tutto ciò.
Considerata unica ed imperdibile …insomma una di quelle birre per pochi veri intenditori , ed infatti…io che non lo sono l’ho provata lo stesso. Unica è unica, non cè dubbio.
Colore scuro non meglio identificato, schiuma inesistente, all’olfatto aroma simile al mosto o vicino alla ciliegia (una bella differenza ma credetemi era difficile coglierne il vero sentore), al palato prevale il gusto della ciliegia (o del mosto?!!).
Nonostante il colore faccia presagire una gradazione alcoolica sostenuta si rivela invece bassa. Con frizzantezza sostenuta.
Voto 7,5 = sicuramente originale , lascia perplessi al primo sorso ma poi è come una canzone: la prima volta che la senti non ti sembra un granchè ma sai dentro di te che sarà un successo .
Colore biondo oro con schiuma delicata e persistente . All’olfatto sentore simile al fruttato (o più vicino al grano che continua anche nel palato con retrogusto delicato persistente.
Voto 6,5 = se non ci fossero stati gli appunti non la ricorderei proprio tanto bene, quindi non ha lasciato l’impronta …nel bene o nel male.
Birra simile alla bianca con colore giallo paglierino che tende al bianco.
Aroma all’olfatto tipico delle bianche con schiuma che si diffonde per lo più lungo le pareti del bicchiere ma persistente .
Al palato gusto praticamente inesistente , forse con rimanenze floreali.
Voto 5 = come si diceva a scuola…d’incoraggiamento . E’ una bianca e quindi non ci si può aspettare grandi cose ma così in basso proprio no.
Colore giallo carico tendente all’arancio torbido; aroma all’olfatto di malto con schiuma leggera ma persistente ai bordi.
Al palato scompare il gusto di malto per lasciare spazio alle delicate note floreali .
Voto 7 = altra birra con cui vai tranquillo …come i nani al lavo ro.
Come è strana la vita. Questa birra si trova pure in Italia ma sono dovuto andare in Belgio per berla…meglio tardi che mai.
Colore tendente all’ambrato con sottile velo di schiuma ma duraturo. All’olfatto sentore di malto tendente verso lo speziato .
Al palato invece gusto più deciso che riempie la bocca con note amarognole .
Voto 6,5 = un altra birra che non ha lasciato segni particolari.
Siete in un bel locale (Les gens que j’aime) in compagnia della vostra dolce metà a festeggiare il suo compleanno, ma secondo voi…
Si potevano prendere appunti sulla birra appena ordinata? Non vi resta che reperirla e scrivere voi una recensione , vada come vada.
Voto 10 = alla serata …naturalmente!! Alla birra un 6 sulla fiducia.
Il Belgio. Il paradiso della birra, patrimonio dell’umanità, dove ci sono tantissimi birrifici con tante birre originali e buonissime, come le trappiste!
Ragazziiii… che piacere trovarvi tra le pagine del nostro blog! Dobbiamo dire, però, che ci volete male, veramente male, 🙂 esponendoci la vostra carta della birra… non siamo più abituati con queste restrizioni a leggerne di simili. Comunque a parte scherzi e battute… ci segniamo l’indirizzo del locale, visto mai che siamo da quelle parti un salto lo facciamo più che volentieri.
Non sono mai stata in Belgio, mi piacerebbe visitarlo e provare di persona le varie tipologie di birra che offrono.
Buona sera Sabrina! c’è un mondo tutto da scoprire attorno alle birre e se vai in Belgio ne rimarrai sorpresa e sicuramente soddisfatta! a presto!